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(Nella specie è stata ritenuta la sussistenza della circostanza aggravante della rapina in luogo di privata dimora a carico di un uomo introdottosi nell’abitazione di una donna consenziente all’ingresso con il pretesto di consumare un rapporto sessuale). Cass. pen. sez. II 29 dicembre 2011 n. 48584

Quando la violenza o la minaccia sono commesse con armi si parla di rapina a mano armata. Si tratta pertanto di un’ipotesi aggravata e non di una fattispecie autonoma di reato.

Tale orientamento si basa in primo luogo e principalmente sull’elemento letterale, affermando che “il capoverso dell’art. 628 cod. pen. impone claris verbis che la sottrazione della cosa preceda l’esplicazione di violenza o minaccia (“… adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la sottrazione …”) sicchè l’agente, qualora – sorpreso prima di aver compiuto la sottrazione – usi violenza o minaccia al solo great di fuggire o procurarsi altrimenti l’impunità, risponde non di tentata rapina ma di tentato furto, eventualmente in concorso con altro reato avente come elemento costitutivo la violenza o la minaccia … .

La tentata rapina si ha quando chi agisce, tenta di sottrarre la cosa a chi la detiene, ponendo in essere violenza o minaccia contro la vittima, senza tuttavia riuscire nell’intento.

n. 52117 del seventeen/07/2014 secondo la quale l'indirizzo prescelto è quello che «si fonda sulla considerazione che la concomitante osservazione da parte della persona offesa, ovvero del dipendente personale di sorveglianza, dell'avviata azione delittuosa (al pari dei controlli strumentali mediante apparati elettronici di rilevazione automatica del movimento della merce, scilicet: sensori, placche antitaccheggio) e la correlata e immanente possibilità di intervento nella immediatezza, a tutela della detenzione, impediscono la consumazione del reato, per non essersi perfezionata la fattispecie tipizzata - dell'impossessamento, mediante sottrazione, della cosa altrui - in quanto l'agente non ha conseguito l'autonoma ed effettiva disponibilità della refurtiva, non ancora uscita dalla sfera di vigilanza e di controllo diretto del soggetto passivo, la cui "signoria sulla cosa" non è stata eliminata».

, alla quale deve ricondursi anche la rapina impropria, ed afferma che le fattispecie componenti la figura in esame (sottrazione e violenza) possono presentarsi entrambe alla stadio del tentativo, sicchè l'unitarietà della rapina resta tale anche quando dette condotte si arrestino advertisement ipotesi tentate. Nel caso in cui un tentativo di furto sfoci in violenza o minaccia finalizzate all'impunità non può dividersi l'azione in owing tronconi, l'uno configurante un delitto consumato contro la persona (lesioni, minaccia o altro) e l'altro un delitto tentato contro il patrimonio (furto), tanto più quando ci si trovi davanti advert un reato complesso come la rapina, ma deve pervenirsi ad una valutazione organica, la quale non può non portare a concludere che è stata messa in atto una rapina impropria incompiuta e quindi un tentativo di rapina impropria, anche se non si era conseguita la sottrazione del bene altrui.

E’ ben vero che nella rapina impropria non sussiste il nesso funzionale e strumentale che in quella propria unisce l’aggressione alla persona all’aggressione al patrimonio, ma un volta che il legislatore ha stabilito che la mancanza di tale specifico nesso non esclude l’equiparabilità ai fini sanzionatori della rapina impropria, deve ritenersi che la congiunta e contestuale aggressione ai thanks beni giuridici attribuisce di per sè maggiore gravità alle condotte di aggressione del bene patrimonio e del bene sicurezza e libertà della persona e perciè è previsto che sia punita più severamente delle because of distinte lesioni ai predetti beni giuridici.

Riconoscere la rapina impropria anche nell’ipotesi di sottrazione non realizzatasi costituirebbe una forzatura della chiara lettera della legge e si risolverebbe in un’applicazione analogica in malam partem, con il conseguente aggravamento del carico sanzionatorio, così che una riqualificazione giuridica del fatti potrebbe avere refluenza sul giudizio di proporzione ed adeguatezza della here misura cautelare disposta.

In tema di misure cautelari personali, la Seconda sezione della Corte di Cassazione con la sentenza n. 32593, pronunciata in details 8 luglio 2021, ha affermato il principio di diritto secondo cui, in base all’interpretazione letterale del combinato disposto degli artt. 275-bis cod. proc. pen. e 4-bis ord. pen., il limite di tre anni di pena detentiva for every l’applicazione ed il mantenimento della custodia cautelare in carcere opera anche nei procedimenti for each rapina aggravata, benché rientrante nel catalogo dei reati ostativi, qualora non vi siano elementi tali da significantly ritenere la sussistenza di collegamenti con la criminalità organizzata, terroristica o eversiva; il relativo onere della prova grava sull’istante, trattandosi di un fatto positivo a vantaggio del condannato, ma l’insussistenza di detti collegamenti può essere implicitamente dedotta dalle modalità della condotta o dalla personalità degli autori.

A ben guardare, peraltro, la terza censura lamenta non tanto l’intrinseca irragionevolezza della disposizione, quanto l’irragionevole disparità di trattamento da essa creata tra owing circostanze attenuanti: l’una – l’art.

Se il legislatore ha ritenuto con il delitto di rapina di sanzionare in maniera ben più severa le condotte di per sè autonomamente punibili della violenza o minaccia e del furto, in ragione del nesso di contestualità che unisce le owing offese, attribuendo così maggiore gravità anche al furto, appare ragionevole ritenere che tale ratio sussista anche nel caso in cui il soggetto agente tenta di sottrarre il bene altrui ed è poi disposto for each assicurarsi l’impunità advertisement usare violenza o minaccia. Non vale l’obiezione che l’equiparazione del trattamento sanzionatorio può essere fondata su una connessione “analoga”, quale sarebbe quella che lega l’offesa al patrimonio già realizzata e l’offesa alla persona commessa per assicurarsi il possesso della cosa sottratta o per conseguire l’impunità; poichè il rapporto di “analogia” rispetto al trattamento sanzionatorio deve essere tra termini corrispondenti e, quindi, tra tentativo dì rapina impropria e tentativo di rapina propria e quest’ultimo, come dimostrano i molteplici casi giurisprudenziali (advert es.

Da qui deriva la natura complessa del reato di rapina, derivante dalla commistione fra i reati di furto e violenza privata.

In tema di rapina impropria sussiste l’ipotesi del tentativo e non il diverso reato di tentato furto seguito da minacce o percosse allorché l’agente tiene a fini d’impunità una condotta minacciosa o violenta immediatamente dopo l’azione diretta a impossessarsi della cosa altrui che non sia for eachò riuscito a sottrarre. Cass. pen. sez. II 14 aprile 2004 n. 17264

Alla stessa pena soggiace chi adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la sottrazione, per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta, o for every procurare a sé o ad altri l’impunità.

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